mercoledì 22 agosto 2012

Secondo giorno (21 agosto) - diario di bordo di una volontaria



Così come eventi anche difficili e imprevedibili cambiano le nostre vite, anche ciascuno di noi può contribuire a cambiare –in meglio!- ciò che accade, il luogo in cui si vive, le relazioni che si creano, il punto di vista sulle cose. 

In questo modo, la fantasia e la creatività sono una risorsa per migliorare la realtà, e non per rifuggirla. Partecipare al cambiamento, contribuire con il proprio modo di essere allo sforzo di tutti: è un modo per cambiare il mondo in meglio.
Questo è il filo conduttore delle esperienze che ciascun gruppo di lavoro condurrà durante le attività del campo, sia attraverso momenti comuni in cui restituire e condividere con tutti ciò che ciascun gruppo svolge, sia attraverso il proprio impegno individuale nelle attività proposte.




Le attività della mattinata vedono i cinque gruppi impegnati nella riflessione attiva sui concetti di “positività” e “negatività” resi attraverso quelli della Luce e dell’Ombra.
Ciascun gruppo promuove riflessione e attività per evidenziare la trasformazione dal negativo al positivo, attraverso l’uso della creatività e della condivisione di parole, oggetti, sperimentazioni.
Il gruppo n. 4 concorda ad esempio nell’identificare il “negativo” più diffuso nel concetto di noia, di rigidità, di immobilità, di mancanza di cambiamento o di partecipazione al cambiamento: è brutto, sostengono i ragazzini, quando una cosa o una situazione non si può cambiare, o la decidono solo i grandi o solo gli altri, quando non si può rendere più divertente o quando nessuno ci capisce.
A partire da questa importante fase di riflessione –in cui emergono le paure del sisma, le ansie che difficilmente si controllano, la rottura di equilibri difficili da ripristinare- l’attività consiste nella “trasformazione” della rigidità, dell’ovvietà, della visione di una cosa soltanto in un modo, in quella di un cambiamento fantastico, di un allargamento del senso di quell’oggetto, dell’introduzione della fantasia nel reale.
Così, un rotolo di nastro adesivo, disegnato da punti di vista precisi, diventa la strada sconnessa percorsa da una ruota di moto, oppure una pizza in attesa di essere gustata; un correttore per biro rivela il dorso di una tartaruga, il profilo dentellato del sole, o forse ancora l’andatura incerta di una chiocciola.


Le attività proseguiranno domani, per scrivere una storia che renda comunicabile anche agli altri questo insolito allargamento del reale: un modo per trovare molta più realtà in una cosa di quanto gli occhi rigidi dei distratti quotidiani non sappiano trovare! 


La conclusione delle attività del mattino prevede sempre un momento comune in cui restituire i lavori dei gruppi sui concetti di “Luce/positività” – “Ombra”/negatività”.
Alla fine della mattinata i ragazzi raccolgono tutto in grandissimi cartelloni con i simboli colorati di queste riflessioni.
 
 

Al termine tutti a giocare in attesa della pausa pranzo: chi disegna o ritaglia forme, chi colora, chi corre e gioca sotto il sole implacabile, chi si diverte costruendo una storia nuova, tutti insieme attraverso una delle tecniche proposte da Gianni Rodari nel suo celebre “Grammatica della Fantasia”.
Il pomeriggio meritiamo un po’ di riposo nel parchetto all’ombra!!!
 




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